Mangiare sta diventando sempre di più un atto con molteplici conseguenze. Non solo nutrire il corpo o soddisfare il palato.
Oramai, in una società intrisa di supermercati, centri commerciali, industria agroalimentare e biotecnologie, il cibo sta diventando qualcosa di artificiale, inscatolato, preparato in maniera meccanica, senza rispettare i ritmi naturali. Nutrirsi è un concetto in via d'estinzione. Ora si pensa a mangiare veloce. Le papille gustative hanno dimenticato i sapori autentici, tradizionali, dell'orto.
Ma questo ha un'evidente ricaduta anche sul nostro stato di salute. Non solo salute fisica, ma anche psichica e mentale. Perché ogni cibo influenza in modo più o meno importante le nostre funzioni biologiche, ma anche quelle cerebrali, i nostri stati d'animo, di umore, di leggerezza o pesantezza. Ogni cibo è un veicolo dell'energia vitale che sostiene il nostro essere, quello che in Oriente viene chiamato prana, chi, ki. La qualità della vita dipende tantissimo dal nostro stato d'animo, che ci permette di affrontare i diversi eventi quotidiani in maniera ben diversa, a seconda che siamo lucidi, freschi, in forze, fiduciosi, o al contrario stanchi, opachi, confusi.
Cosi, il cibo "moderno" sta arrivando ad influenzare persino lo sviluppo della persona, alterando l'equilibrio ormonale, con tutti quegli ingredienti artificiali pieni di estrogeni, fino a modificare la nostra condizione procreativa e la funzione sessuale.
Riappropriarsi di un modo più consapevole di nutrirsi ci farà risparmiare problemi di salute, tensioni, decisioni poco lucide. A partire da dove acquistiamo. Da come prepariamo i nostri piatti, dall'attitudine interiore che abbiamo, dal tempo che vi dedichiamo. E poi dalla gioia nel gustare il frutto di questo lavoro, creazione artistica che combina gli ingredienti in un atto alchemico.
E quando non abbiamo il tempo o la possibilità di preparare il cibo, scegliamo almeno al meglio dove andare a mangiare. Noi "mangiamo" anche le emozioni di chi ha cucinato...
Nutrire, cucinare, servire...
Oramai, in una società intrisa di supermercati, centri commerciali, industria agroalimentare e biotecnologie, il cibo sta diventando qualcosa di artificiale, inscatolato, preparato in maniera meccanica, senza rispettare i ritmi naturali. Nutrirsi è un concetto in via d'estinzione. Ora si pensa a mangiare veloce. Le papille gustative hanno dimenticato i sapori autentici, tradizionali, dell'orto.
Ma questo ha un'evidente ricaduta anche sul nostro stato di salute. Non solo salute fisica, ma anche psichica e mentale. Perché ogni cibo influenza in modo più o meno importante le nostre funzioni biologiche, ma anche quelle cerebrali, i nostri stati d'animo, di umore, di leggerezza o pesantezza. Ogni cibo è un veicolo dell'energia vitale che sostiene il nostro essere, quello che in Oriente viene chiamato prana, chi, ki. La qualità della vita dipende tantissimo dal nostro stato d'animo, che ci permette di affrontare i diversi eventi quotidiani in maniera ben diversa, a seconda che siamo lucidi, freschi, in forze, fiduciosi, o al contrario stanchi, opachi, confusi.
Cosi, il cibo "moderno" sta arrivando ad influenzare persino lo sviluppo della persona, alterando l'equilibrio ormonale, con tutti quegli ingredienti artificiali pieni di estrogeni, fino a modificare la nostra condizione procreativa e la funzione sessuale.
Riappropriarsi di un modo più consapevole di nutrirsi ci farà risparmiare problemi di salute, tensioni, decisioni poco lucide. A partire da dove acquistiamo. Da come prepariamo i nostri piatti, dall'attitudine interiore che abbiamo, dal tempo che vi dedichiamo. E poi dalla gioia nel gustare il frutto di questo lavoro, creazione artistica che combina gli ingredienti in un atto alchemico.
E quando non abbiamo il tempo o la possibilità di preparare il cibo, scegliamo almeno al meglio dove andare a mangiare. Noi "mangiamo" anche le emozioni di chi ha cucinato...
Nutrire, cucinare, servire...